Era il 29 giugno del 2000: una mattina di 15 anni fa, all’età di 78 anni, si spegneva nella sua casa di Roma Vittorio Gassman. Il “mattatore” (così era stato definito) fu colto da un’improvvisa crisi cardiaca.
Genovese di nascita, figlio di ingegnere tedesco e casalinga pisana, Vittorio Gassman fu adottato molto presto dalla città di Roma, dove si diplomò al liceo classico Torquato Tasso e iniziò a frequentare l’Accademia di arte drammatica. Campione di pallacanestro, fu subito magnetizzato dal teatro: nel 1943 esordisce a Milano con Nemica (di Dario Niccodemi). Poi torna a Roma, e qui inizia a conquistare i palcoscenici della capitale: dal Teatro Eliseo con Tino Carraro ed Ernesto Calindri, alla compagnia di Luchino Visconti con Paolo Stoppa, Rina Morelli e Paolo Borboni, al Teatro Nazionale con Massimo Girotti e Arnoldo Foà. Nel 1952, con Luigi Squarzina, fonda il Teatro d’Arte Italiano e interpreta l’Amleto di Shakespeare nella prima versione completa italiana. Dal Tieste di Seneca a I Persiani di Eschilo, è poi la volta del grande successo dell’Otello, in cui ogni sera alternava l’interpretazione dei personaggi del Moro e di Iago con Salvo Rondone.
Re del teatro, Vittorio Gassman fu incoronato poi anche al cinema da Mario Monicelli, con I soliti ignoti (1958). Diventa così celebre tra il grande pubblico, ma fra i tanti successi cinematografici (basti pensare a La grande guerra, Il sorpasso, I mostri, L’armata Brancaleone, Profumo di donna, La terrazza, C’eravamo tanto amati, Caro papà, Lo zio indegno, Tolgo il disturbo) non sacrifica il teatro. Di Vittorio Gassman si ricordano anche l’opera su Dante diretta da Rubino Rubini (Gassman legge Dante) e la sua voce donata a Mufasa de Il re leone (Disney).
Quindici anni fa, Vittorio Gassman fu sepolto a Roma, presso il cimitero del Verano. Sulla lapide, con ironia, ha voluto che si scrivesse: «Non fu mai impallato!». E cioè: nessuno mai gli tolse la luce.
Attore, regista, doppiatore, scrittore, amante delle donne. Ovunque premiato e riconosciuto.
A 15 anni dalla morte, vogliamo ricordare Vittorio Gassman citando uno dei suoi capolavori cinematografici; così il personaggio di Bruno Cortona (da lui interpretato) ne Il sorpasso: «A Robbe’, che te frega delle tristezze. Lo sai qual è l’età più bella? Te lo dico io qual è: è quella che uno c’ha giorno per giorno. Fino a quando schiatta, si capisce». Eppure il grande Gassman è consegnato all’eternità, e la sua età più bella non è ancora finita.