La classifica di mercato nuove tecnologie, redatta da un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, pone in primo piano professioni come fisici e ingegneri aerospaziali, mentre relegano poeti, scrittori e altri mestieri a posizioni più basse. Ma cosa significa tutto questo?
In parole povere, l’avvento dell’AI non equivale necessariamente a una condanna per tutti. Infatti, Fabio Mercorio, uno dei ricercatori che ha contribuito a creare questa lista, sottolinea che l’effetto delle tecnologie va interpretato in modo sfumato. Secondo Mercorio, chi saprà destreggiarsi tra queste novità potrebbe non solo mantenere il proprio lavoro, ma persino ottenere benefici in termini di produttività ed efficienza.
Infatti, la presenza di strumenti AI non è una minaccia ma una vera e propria opportunità per innovare i processi di lavoro. Gli stessi ricercatori hanno utilizzato tre modelli linguistici di intelligenza artificiale per analizzare oltre novecento professioni. Questo lavoro ha reso possibile non solo identificarne le caratteristiche, ma anche capire come ognuna di queste potrebbe essere influenzata dalle nuove tecnologie. E non si tratta solamente di un passaggio a una robotica impersonale, bensì di un’affermazione del valore umano in ambito professionale. Chi saprà armarsi di conoscenze adeguate avrà la capacità di emergere anche in contesti altamente competitivi.
Tecnologie e mestieri: opportunità in cima alla lista
Nella top five delle professioni più fortunati nel contesto dell’AI troviamo i fisici al primo posto, seguiti da analisti di business intelligence e esperti in animali. Ma andiamo con ordine. Per i fisici, l’uso dell’AI rappresenta un’evoluzione sui loro metodi di lavoro. Delegando i calcoli più noiosi a modelli AI emergenti, beh, possono finalmente concentrarsi su aspetti più critici come l’interpretazione dei dati e la lotta contro la disinformazione scientifica. Non dimentichiamo che in questi tempi moderni, le fake news scientifiche stanno diventando un problema di sovraccarico informativo e l’intelligenza artificiale ha davvero il potenziale per diventare un alleato in questa battaglia.
Passando al secondo e terzo posto, gli analisti di business intelligence e gli esperti in animali stanno vivendo un periodo di trasformazione simile. In un mondo in cui le aziende si orientano sempre più sui Big Data, l’intelligenza artificiale è in grado di fornire informazioni dettagliate e intuizioni ai professionisti del settore. Questo porta a una maggiore efficienza, migliorando la qualità delle decisioni aziendali. Ma non finisce qui! Gli ingegneri aerospaziali si trovano al quarto posto e il loro caso è emblematico di un settore a dir poco rivoluzionario. Infatti, come spiegato da Mercorio, gli strumenti AI possono modernizzare le modalità di ricerca di nuovi materiali e tecnologie, ottimizzando i processi di calcolo per progetti futuristici.
Professioni a rischio: chi perde il treno dell’AI?
Se da un lato ci sono professioni che possono trarre grandi vantaggi dall’intelligence artificiale, dall’altro alcune figure professionali sembrano essere più vulnerabili agli impatti del cambiamento. La posizione di poeti e scrittori, al 265 esimo posto, è emblematicamente rappresentativa di come l’AI sta introducendo una delicata dicotomia. Da un lato, il lavoro creativo è considerato sacro e unico, ma dall’altro le tecnologie AI stanno iniziando a mostrare il loro potenziale creativo, generando opere scritte in modi che sollevano interrogativi etici e professionali.
- mentre i creativi si confrontano con queste nuove forme di competizione, è importante riconoscere che, sebbene l’intelligenza artificiale stia guadagnando spazio, essa non può, o perlomeno non dovrebbe, sostituire l’elemento umano in ambito artistico e letterario. Le emozioni, la profondità delle esperienze umane, e il tocco personale non possono essere replicati. Tuttavia, le professioni che si trovano agli ultimi posti della lista, come estetisti e pavimentisti, palesano preoccupazioni di un altro tipo. Se queste mansioni si vedranno sempre più spostate verso forme automatizzate, ciò può comportare difficoltà per chi lavora in questi campi. È quindi cruciale che i professionisti siano pronti a riqualificarsi o ad adattarsi alle nuove esigenze del mercato, dimostrando che la resistenza al cambiamento a volte può portare soltanto a conseguenze negative.
Quindi, l’equilibrio tra innovazione tecnologica e valore umano continua a essere la chiave per affrontare con successo il cambiamento e guadagnarsi un posto nel futuro professionale che ci attende. E di sicuro il viaggio ci riserverà molte sorprese.