Hezbollah sta vivendo un momento di grande cambiamento. Dopo la tragica morte del suo storico leader Hassan Nasrallah, ucciso da un attacco aereo israeliano un mese fa, il movimento sciita libanese ha eletto un nuovo capo: Sheikh Naim Qassem. Questa nomina, effettuata dal Consiglio della Shura, segna una nuova era per Hezbollah, con l’organizzazione che si trova a dover affrontare una forte crisi interna e il caos generato dai recenti bombardamenti. In questo articolo, esploreremo la figura di Qassem, il suo passato, e le implicazioni della sua nomina.
La nomina di Sheikh Naim Qassem come nuovo leader di Hezbollah è arrivata in un momento davvero cruciale. Nei giorni precedenti all’elezione, il gruppo aveva subito gravi perdite, tra cui la morte di Hashem Safieddine, un potenziale successore di Nasrallah. Questo sconvolgimento ha seriamente indebolito la leadership, creando una precarietà all’interno dell’organizzazione. Qassem, settantunenne e figura di spicco, ha dovuto subito affrontare una situazione difficile. Da un lato, gli attacchi aerei israeliani hanno devastato molte strutture chiave del movimento, incluse infrastrutture militari vitali. Dall’altro, c’era l’attesa delle reazioni della comunità sciita libanese, che ha visto le proprie speranze e fatiche messe a dura prova. Eppure… come un’idra mitologica, Hezbollah ha dimostrato una sorprendente resilienza nel risorgere anche nei momenti più bui. Insomma, Qassem avrà un compito da vero e proprio beniamino, mentre cerca di ricompattare la sua organizzazione e affrontare le sfide esterne.
Il profilo di Sheikh Naim Qassem
Sheikh Naim Qassem ha un background molto differente rispetto ai suoi predecessori. È nato nel 1953 a Beirut e proviene da una famiglia del sud del Libano. La sua formazione accademica nella chimica presso l’Università libanese è solo un tassello della sua storia, visto che ha compiuto parallelamente studi religiosi sotto la guida dell’ayatollah Mohammad Hussein Fadlallah. Questa combinazione di sapere ha contribuito a modellare il suo approccio e la sua visione politica. A differenza di altre figure prominenti di Hezbollah, Qassem non è un “sayyid”, il che significa che non appartiene alla ristretta cerchia dei discendenti diretti del profeta Maometto. Questo reperto di nobiltà storica nello sciismo lo pone in una posizione peculiare, indossando il turbante bianco degli sheikh piuttosto che quello nero dei sayyid.
La sua carriera politica ha avuto inizio negli anni Settanta, durante i quali ha co-fondato l’Unione libanese degli studenti musulmani e si è unito al Movimento degli espropriati, che mirava a sostenere i diritti della comunità sciita, storicamente emarginata. Dopo vari passaggi, nel 1979 ha deciso di lasciare il movimento Amal durante la rivoluzione islamica in Iran, abbracciando l’ideologia khomeinista e contribuendo alla creazione di Hezbollah. Da allora, è diventato un punto di riferimento all’interno del movimento, ricoprendo ruoli chiave e divenendo vice segretario generale nel 1991.
Cosa cambia con Qassem alla guida?
La transizione dalla figura carismatica di Nasrallah a un leader più tecnico come Qassem potrebbe portare a cambiamenti significativi nelle dinamiche interne di Hezbollah. Nasrallah ha costruito la sua fama su una retorica di invincibilità contro Israele e su una mobilitazione continua della causa palestinese. Ma Qassem, come emerso dalle prime dichiarazioni, sembra voler adottare un approccio diverso. La sua predisposizione a sostenere gli sforzi per un cessate il fuoco senza legare la questione a Gaza potrebbe essere un segno di questo cambiamento. Questa nuova strategia potrebbe puntare a un interesse più nazionale piuttosto che ideologico, cercando di rispondere a una comunità sciita colpita duremente dalla guerra e dai conflitti. La separazione di Hezbollah dalle questioni palestinesi potrebbe riflettere, quindi, un tentativo di recuperare la stabilità interna e preservare gli interessi del Libano, anche in un contesto di crescente pressione da parte della popolazione afflitta dalle atrocità del conflitto.
È chiaro che Sheikh Naim Qassem si trova ad affrontare una sfida immediata e complessa, e ciò che deciderà di fare nei prossimi mesi avrà ripercussioni significative non solo per Hezbollah, ma per tutta la regione mediorientale. La situazione resta scintillante di tensioni e cambiamenti, lasciando tutti con il fiato sospeso per ciò che accadrà prossimamente.