Negli Stati Uniti, i creator di OnlyFans si trovano ad affrontare una vera e propria tempesta. Questo perché le proposte contenute nel Project 2025 mettono in luce un intento chiaro: chiudere le porte alla pornografia. “La pornografia dovrebbe essere considerata fuori legge”, afferma il documento, giustificando tale posizione con il fatto che il porno “crea dipendenza come qualsiasi altra droga illecita”. Queste parole pesano come macigni e fanno temere ai creator una catastrofe professionale. Infatti, attualmente, per molti di loro la produzione di contenuti per adulti rappresenta una delle poche fonti di guadagno.
Negli ultimi anni, la vita quotidiana dei sex worker si è fatta difficile. Oltre ai rischi legati alle loro attività , molti si sono trovati a dover affrontare la censura nelle varie piattaforme social, dove il rischio di bandi e di chiusura dei conti è sempre in agguato. Ma non ci si ferma qui; i sex worker possono anche perdere il lavoro tradizionale o non riuscire ad aprire conti bancari. Questa insicurezza economica alimenta una spirale di paura che rischia di escludere una parte sempre più ampia della società da un futuro di stabilità .
Ultima chiamata: l’era FOSTA-SESTA e le sue conseguenze
Se pensate che la situazione possa migliorare, è un’idea da scartare. La legge FOSTA-SESTA, firmata da Trump nel 2018, ha già segnato un cambiamento drammatico. Questa legge ha reso i siti web responsabili per gli annunci postati dagli utenti, portando a un’immediata rimozione di contenuti ritenuti problematici. Ma quali sono le conseguenze reali? Molti sex worker si sono visti spingere nel buio, lontano dalla sicurezza del lavoro online, verso realtà offline ben più pericolose.
Il panorama è cambiato e le possibilità di svilupparsi sono drasticamente diminuite. Con la nuova amministrazione, i timori che la situazione continui a peggiorare sono concreti. La politica adottata dai repubblicani va oltre il semplice tentativo di bandire il porno; si tratta di un attacco diretto alla libertà sessuale e alle identità di genere. L’impressione è che si stia cercando di imboccare un sentiero di repressione ben più ampio.
Censure in vista? La liberazione della sessualità sotto attacco
Le accuse dei repubblicani, un tempo viste come marginali, ora sembrano rivelarsi il traino di un’ideologia che scardina i diritti degli individui. Come sottolinea Mike Stabile, un documentarista che ha lavorato a lungo nell’industria del sesso, c’è un rischio concreto di politiche di censura ben più ampie. Egli sostiene, “Credono che la pornografia, i diritti LGBTQ, la sessualità femminile siano tutti legati tra loro”. Ogni attacco alla pornografia sarebbe, quindi, solo un primo passo per minare diritti più fondamentali e libertà civili.
Questa è una situazione che pone non solo i sex worker ma anche la società nella sua interezza di fronte a interrogativi cruciali. La nomina di Trump, dunque, rappresenta un punto di svolta per la libertà di espressione. Se le sue politiche dovessero attuarsi, ciò potrebbe significare uno scardinamento delle fondamenta stesse sulla quale si poggiano la coppia, le relazioni e l’intera disciplina della sessualità .
Con queste premesse, è lecito attendersi che il dibattito su pornografia e libertà sessuale diventi sempre più acceso nei prossimi anni, un tema che coinvolgerà e interesserà molte persone, professionisti e non.